Negli ultimi anni c’è stato un grande fermento di progetti dedicati alla sostenibilità ambientale in Europa. Il congresso “Towards a European Circular Economy” che si terrà a Maggio a Roma si inscrive in questo ambito. Ci può spiegare più nel dettaglio quale sarà il focus del convegno?
Il convegno del 22 maggio vuole mettere a confronto e dibattere alcuni concetti trattati dai progetti sviluppati negli ultimi anni.
Due momenti differenti animeranno la mattinata: il primo dedicato ai risultati di progetto, il secondo dedicato ad un’analisi critica e costruttiva di quanto è stato svolto, quanto è ancora in corso e quanto si può fare…insieme. In questo senso il primo dibattito vede protagonisti i differenti percorsi progettuali sviluppati in varie aree geografiche, per lo più del Mediterraneo, e qui mi riallaccio al secondo dibattito che si proietterà verso due direzioni: da una parte come questi risultati possano essere condivisi e capitalizzati nell’area Mediterranea, dall’altra come i network e gli strumenti esistenti possano essere integrati nella futura progettazione per renderla meno frammentata e più interattiva.
Nella mattinata di giovedì 22 maggio, il convegno si concentrerà proprio su alcuni di questi progetti, sulla scia del convegno che si era tenuto nel 2012 allo Spazio Europa di Roma. Può descriverci brevemente chi saranno i relatori?
Sia Zerowaste Pro (P.O.MED) che No.Waste (Life+), i due progetti che supportano l’organizzazione di questo convegno, hanno tra gli obiettivi quello di promuovere il confronto tra progetti relativi alla gestione dei rifiuti (prevenzione, riuso e riciclaggio in aree mediterranee) attraverso alcuni incontri e la creazione di piattaforme per la condivisione delle informazioni. Al convegno interverranno alcuni progetti, che fanno parte dei network di No.Waste e ZeroWaste Pro, come Waste less in Chianti, LOWaste, Prisca, Pre Waste, R4R e SMOT, oltre ad ACR+ e le autorità di gestione di alcuni programmi europei di finanziamento, come l’ENPI CBC MED e il Life+.
Lei parteciperà alla tavola rotonda sulle best practices nell’ambito della gestione sostenibile dei rifiuti. Quali sono secondo Lei esempi significativi di gestioni virtuose in Italia?
La risposta sarebbe fin troppo banale, mi basterebbe guardare al nord Italia, anche se per fortuna negli ultimi anni alcune realtà del sud si stanno distinguendo. Ritorno alla domanda, cosa significa “virtuoso”? Mi viene in mente un piccolo comune del Siracusano, che si chiama Ferla, non perché abbia architettato qualcosa di nuovo sulla gestione dei rifiuti, ma perché sta raggiungendo importanti obiettivi, attraverso una partecipazione corale e spontanea della cittadinanza. Questo paese sui monti Iblei sta diventando un simbolo per tutta la Sicilia. Ecco, per me queste piccole storie, lontane a volte dai convegni e dalle statistiche sono “virtuose”. Comunque, per non perdermi nella retorica, virtuosa è per me una gestione coraggiosa che prova sempre e comunque a migliorarsi, ma ancor più a condividere quel valore e quell’esperienza con gli altri.
fonte: envi.info