Il quarto e ultimo Water Table del progetto NAWAMED, dal titolo “Strumenti e strategie per l’implementazione regionale delle acque non convenzionali: uso delle acque grigie e piovane”, ha segnato la conclusione di un triennio di analisi e confronto.
L’incontro, tenutosi on line lo scorso 16 marzo e al quale hanno partecipato più di 20 persone, ha reso possibile la presentazione di un documento intitolato “Contributo alla redazione o all’aggiornamento dei Regolamenti comunali siciliani per la gestione delle acque”.
Il documento è il risultato di diversi incontri operativi multidisciplinari tra SVI.MED., Iridra (partner del progetto Nawamed), la Rete delle Professioni Tecniche di Siracusa e il CERSU- Centro Regionale di Studi Urbanistici della Sicilia, un partner essenziale per i Comuni che cercano di affrontare le complesse sfide dell’urbanizzazione. Il CERSU infatti, fornisce un’ampia gamma di servizi che vanno dall’assistenza tecnica al capacity building, al supporto strategico. In questo periodo soprattutto, svolge un ruolo cruciale nell’assistere i Comuni nella fase di adozione del nuovo Regolamento Edilizio Tipo Unico della Regione Siciliana (RE), in vigore dallo scorso maggio 2022. Questo aspetto fondamentale rende il CERSU un attore chiave in questa fase del progetto per l’integrazione delle soluzioni proposte a livello strategico e politico.
Il documento è stato introdotto da Francesco Giunta (Rete delle Professioni Tecniche di Siracusa), mentre Giulio Conte (Iridra) ha spiegato la parte più tecnica. Sono state illustrate le 3 aree che riguardano i regolamenti urbanistici e/o edilizi e le semplici prescrizioni che il documento vuole proporre. Giulio Conte ha anche moderato il successivo dibattito per riflettere su questioni sistemiche e sfide per il futuro. Giuseppe Trombino, Presidente del CERSU, ha confermato il grande interesse dell’ente a recepire questo documento nelle linee guida che stanno sviluppando a livello regionale, al fine di continuare a lavorare insieme per il coinvolgimento attivo dei Comuni e per promuovere questi temi anche in altri strumenti di pianificazione. In particolare, ha sottolineato l’importanza fondamentale della questione, evidenziando la necessita di integrare alcuni articoli del RE e la necessità di agire in questa direzione, soprattutto per quanto riguarda il consumo di suolo, un argomento strettamente legato alla questione dell’acqua.
La professoressa Marisa Meli, docente di Diritto Civile presso l’Università di Catania e direttrice del Master in Diritto Ambientale dell’Università di Catania, ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale e l’importanza di sviluppare un approccio interdisciplinare nella formazione. Ha evidenziato anche la necessità che le comunità locali siano più proattive su questi temi, come lo sono state in passato e come stanno continuando a fare sulle questioni energetiche, coinvolgendo i cittadini e tutti gli attori locali.
Il Prof. Martelliano, Professore Associato di Pianificazione Urbana e Paesaggistica presso l’Università di Catania, ha parlato della necessità di puntare sulla cultura dell’acqua, una cultura che da sempre unisce le diverse sponde del Mediterraneo. Il concetto di gestione in un’ottica di “retro-innovazione”, cioè di guardare al passato per capire il presente e immaginare il futuro attraverso soluzioni basate sulla natura, deve essere centrale nei processi di formazione. Infine, è stato posto l’accento non solo sul riutilizzo, ma anche sul non utilizzo di risorse che inevitabilmente continueranno a scarseggiare.
Questa visione è condivisa anche dai rappresentanti pubblici, come il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, che ha accettato la sfida, a lungo termine, di far comprendere ai suoi cittadini che l’acqua è una risorsa limitata e la necessità di promuovere una cultura dell’acqua tra la popolazione come valore comune.